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Permette? Alberto Sordi anche il tv appassiona il grande pubblico tra storie vere un po’ romanzate. Guarda il film su RAI PLAY (link diretto)

Permette? Alberto Sordi anche il tv appassiona il grande pubblico tra storie vere un po’ romanzate. Guarda il film su RAI PLAY (link diretto)
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LEGGI PRIMA LA NOSTRA RECENSIONE

Permette? Alberto Sordi” è un film per il cinema che entra nella tv per raccontare una storia che il mondo della celluloide già conosce ma solo fino ad un certo punto, perché questo nuovo lavoro cinematografico di Luca Manfredi si muove (con garbo) sul limite che divide la storia privata di Alberto Sordi da quella pubblica colmando, di fatto, un vuoto con episodi che in pochi sanno e riguardano il Sordi uomo.

L’inizio del film vede il giovane Alberto (Edoardo Pesce) allievo dell’Accademia dei Filodrammatici che, purtroppo, non può terminare per colpa di una rigida insegnante, la sig.ra Varini (l’insuperabile Carmen Giardina) che Sordi chiama Varani.
Il giovane è fiero del suo essere “Romano de Roma”  mentre la Varini, invece, è una milanese che mal sopporta le inflessioni del dialetto romano.

Per pagarsi la retta dell’Accademia, Sordi fa l’usciere all’hotel Continental di Milano ma anche da lì viene sbattuto fuori e dal direttore in persona, perché è solito importunare ospiti eccellenti come Vittorio De Sica (Francesco Foti). 
Il ritorno anticipato a Roma diventa così inevitabile. A casa ritrova una mamma molto presente (Paola Tiziana Cruciani) che non crede alle bugie del figlio che non ha il coraggio di confessarle di essere stato allontanato  dall’Accademia. La madre è la sua prima sostenitrice / esortatrice e vuole, fermamente, che il figlio sfondi nel mondo del cinema (dietro un grande artista c’è sempre una grande donna). 
Il padre (Giorgio Colangeli) è un musicista. Suona il basso tuba nell’Orchestra stabile del Teatro Costanzi e pretende dal figlio il massimo rigore nello studio. 
A casa ci sono anche il fratello Giuseppe (Paolo Giangrasso) che studia da Ingegnere e le sorelle Aurelia (Michela Giraud) e Savina (Luisa Ricci).

Tra vani tentativi (come comparsa) e schiaffi (della madre) ad un certo punto Alberto trova un lavoro da doppiatore e, dopo il provino nel quale è affiancato da Mauro Zambuto (Giampiero Ingrassia) voce di Stanlio, all’anagrafe Stan Laurel, diventa la voce ufficiale di Oliver Norvell Hardy.

Dal punto di vista sentimentale, in questo periodo, Alberto è attratto dalla figlia dell’oste, Iole (Sara Cardinaletti). Anche Iole arrotonda facendo la comparsa a Cinecittà. Tra i due nasce un amore ricco di sguardi e di primi baci, sinceri. E’ solo un po’ osteggiato dalla madre che esorta il figlio a concentrarsi sulla carriera perché per l’amore avrà tempo dopo.

Dello stesso parere non è Iole. A Villa Borghese prova a dichiararsi innamorata e desiderosa di un futuro stracolmo di famiglia e bambini ma questa diversa visione diventa frattura irreparabile tra i due ragazzi.
Alberto ha in mente solo il suo successo. E’ giovane e può e vuole badare solo a se stesso.

Alberto sogna con tutto se stesso il cinema e non demorde. Spera di ricevere una parte dal grande De Sica che abita a Roma. Sordi va a trovarlo. De Sica, essendo impegnato in un “flusso creativo” (una partita a Poker), lo liquida velocemente.

Mentre riprende la via di casa, in una latteria incontra un perfetto e squattrinato sconosciuto del cinema di allora: Federico Fellini. E’ subito empatia.

Alberto nel frattempo conosce Aldo Fabrizi (Lillo) un vero maestro di smorfie da cui attinge ispirazione e consigli pratici.

Il tempo del giovane Sordi è quello del fascio. Il Duce dichiara guerra e si pone per lui il problema di restare a Roma. Il padre lo fa entrare nella banda dell’esercito e così ha la possibilità di continuare il lavoro nel doppiaggio ma, cosa più importante, di continuare a vivere a casa senza rischiare la vita al fronte.

Il padre durante la guerra si ammala e sul letto di morte raccomanda al figlio di specializzarsi nel suo lavoro come doppiatore. La guerra prosegue anche se nel film è raccontata in forma marginale.

Alberto inizia a fare avanspettacolo.
Mette in pratica i consigli di Fabrizi portando in scena “lo scolaro”
Ha buoni riscontri e Aldo è il suo principale fan.

 

Durante una cena conosce Andreina Pagnani (Pia Lanciotti). nasce una simpatia reciproca.

Alberto non smette di frequentare Cinecittà dove è solito incontrare Fellini. Nasce tra i due ragazzi un feeling. Fellini, in quel periodo, continua a lavorare alla sceneggiatura di un film. Non ha soldi ma si concede il lusso di una cartomante (Lucianna De Falco, la Magnani del cinema contemporaneo). Fellini confida così tanto nella magia che una sera lo porta con sé. Deve capire cosa ne sarà della sua carriera di sceneggiatore, regista.
Per 20 lire la maga predice 5 “uomini muscolosi e lucenti “ per Federico e molte donne ma senza fiori d’arancio per Alberto che avrà successo nel lavoro, anche se, la sua carriera sarà costellata di sconfitte dalle quali potrà rialzarsi solo se lo vorrà.

Durante una passeggiata a via Giulia mentre Fellini e Sordi si nascondono dalle ronde della sera, perché Federico è renitente alla leva, matura l’amicizia che durerà tutta la vita, sancita dal divano che Alberto offre a Federico. E’ rimasto fuori di casa, a causa dell’ora tarda.

I giorni passano veloci e Alberto non si dimentica di omaggiare Andreina alla sua prima a teatro. Va allo spettacolo accompagnato dall’amico Federico che, nel frattempo ha incontrato Giulietta Masina (Martina Galletta)..

Andreina è ben felice di rivedere Alberto e accetta il suo invito a cena. Una cena speciale durante la quale Fellini annuncia il matrimonio con la Masina.

L’amore con Andreina esplode. E’ un amore romantico ma gli basta davvero poco per trasformarsi in carnale.

Prosegue la fase dell’avanspettacolo. Alberto finalmente si sente libero e felice e si fa crescere perfino dei baffi veri.
Ai tempi del provino per diventare doppiatore la madre glieli aveva incollati per farlo sembrare più grande.

L’amore con Andreina cresce e Alberto la invita al pranzo domenicale in famiglia per ufficializzare la  storia d’amore. La Madre di Sordi si mostra più che contrariata perché la Pagnani è troppo grande, ha 15 anni in più, è una vedova e scambia l’altare con il palcoscenico.

E’ il 4 giugno 1944 e le Truppe americane entrano a Roma. La Città è definitivamente libera, la guerra è finita ed è il momento di nuovi personaggi che approdano alla radio targata Eiar. Anche per Alberto.
A sponsorizzare la sua candidatura c’è Corrado Mantoni (Stefano Skalkotos) un vero scopritore di talenti dell’epoca.

In radio Alberto, durante una registrazione, incrocia il Trio Lescano (interpretato dalle Ladyvette ovvero Teresa Federico, Valentina Ruggeri e Francesca Nerozzi). E’ un incontro nel quale le star della musica riconoscono il suo talento canoro. Nascerà un’amicizia?

I tempi evolvono e Alberto Sordi si compra la sua prima lambretta.
Ma il cinema lo rifiuta ed entra in conflitto con Andreina che invece continua a ricoprire ruoli cinematografici e attoriali sempre nuovi e diversi. Ciò diventa un motivo di conflitto.
I due litigano. Per fortuna che Alberto ha la sua latteria dove, senza glorie, il suo amico Federico ha messo radici insieme alla sua fedelissima macchina da scrivere, compagna di sceneggiature.

Federico lo aiuta a riconciliarsi con Andreina.

Sul grande schermo impera il neorealismo e la voglia di Sordi di sfondare è tanta ma sa che deve cambiare le sue strategie, i suoi personaggi.
Per fortuna che in radio dopo molte insistenze con il funzionario dell’epoca, il Dott. Sergio Pugliese (Guido Roncalli) riesce ad ottenere un programma tutto suo.

De Sica improvvisamente si accorge di Alberto e da un inaspettato incontro nascono la sceneggiatura e quindi il film “Mamma Mia” ispirato “dall’inarrestabile compagnuccio della parrocchietta” che Sordi ama interpretare sul palcoscenico.

Ma il film è un fiasco, osteggiato dai preti e dalla censura. La maga a quanto pare aveva ragione. Il futuro dell’attore è più che mai nelle sue mani.

Il jolly è Federico che ha riservato al suo grande amico la parte del protagonista nel film “Lo sceicco bianco”. Racconta di “un divo dei fotoromanzi: un bulletto romano un po’ bellozzo, vanesio che si dà un tono per nascondere le sue modeste origini”.
Sordi accetta.

La madre però s’ammala e muore.
E’ un momento tragico. Un dolore viscerale che lo coglie. Lo aiuta Andreina.

Sulla tomba Fellini e Sordi parlano di Dio e del nuovo film che finalmente si farà.

La pellicola viene criticata e Alberto ripiomba nello sconforto.

Andreina parte in tournée e lui continua a lavorare nell’avanspettacolo portando in scena il “Tango delle capinere”. Sordi ha una simpatia per la prima ballerina. Una simpatia che ad Andreina non piace per niente.

Andreina caccia Alberto di casa. La loro storia d’amore si è definitivamente frantumata.

Federico consola l’amico Offrendogli la parte di un personaggio infantile, di nome Alberto, uno dei cinque protagonisti de “I vitelloni ”
Questa volta il film ha successo e consacra i due amici nell’Olimpo del cinema.
Da questo punto in poi la strada inizia ad essere in discesa.
Sordi incontra Stefano Vanzina in arte Steno (Massimo De Santis)  al Pincio e il regista gli offre una parte in un episodio del film “Un giorno in pretura (1953)”.

Anche questa interpretazione piace e la collaborazione ha tutti i presupposti per continuare. Nascono così Sceneggiatura e film di “Un americano a Roma”.

Per Alberto è il momento di un film dietro l’altro.
E’ diventato per tutti l’Albertone nazionale e una sera, a Via Giulia, rincontra il suo grande amico ed è ben felice di apprendere dalla voce di Federico  che ha ricevuto la nomination all’Oscar.

La maga aveva avuto proprio ragione: la statuetta ovvero “l’omino muscoloso e lucente” era nei piani del destino.

Il film di Luca Manfredi ben accolto dal pubblico e dalla stampa è stato criticato pesantemente dai parenti dell’attore che lo hanno definito inesatto e pieno di cattiverie.

A memoria, però, in tanti si ricordano del “non amor palese” di Sordi per la “sua” famiglia, più volte confidato a Pippo Baudo in televisione…

… e forse tutto ritorna.

di Giovanni Pirri


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