In queste ore, presso la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, non si discute solo il DL Sostegni Bis, ma si decide sulle sorti del comparto musicale all’ombra di una volontà politica decisa a modificare gli equilibri del settore in maniera unilaterale, promuovendo gli interessi di parte, creando monopoli di fatto e generando ulteriori criticità tra gli operatori del comparto.
“In particolare, pur condividendo la volontà di apportare delle migliorie a un settore che troppo spesso viene dimenticato dal legislatore, la modifica del meccanismo di ripartizione dei compensi per copia privata tra produttori di fonogrammi e artisti interpreti costituisce l’ennesima occasione per esautorare il mondo della cultura, che invece deve rappresentare un patrimonio per l’Italia intera e per la nostra identità” – ha commentato Sergio Cerruti, Presidente dell’Associazione Fonografici Italiani (AFI), nonché Vice Presidente di Confindustria Cultura e Presidente del Gruppo Media, Comunicazione e Spettacolo di Assolombarda.
“Un ulteriore tentativo di distorsione del sistema, che si affianca al criterio applicato nella distribuzione dei contributi a supporto del settore della musica e per il quale Ministero della Cultura ha adottato due Decreti per il sostegno a questo comparto che, tuttavia, hanno garantito a SIAE una somma superiore a 11 milioni di euro mentre i restanti Organismi di gestione collettiva ed Entità di gestione indipendente ammessi a contributo non arrivano insieme a 3 milioni e mezzo“.
“Se da un lato l’azione di quello che dovrebbe essere il nostro Ministero di riferimento risulta anacronistica e si discosta enormemente dagli aspetti operativi del settore, dall’altro lato le Istituzioni continuano a sovvenzionare i grandi enti riconoscendogli sempre nuovi poteri e privilegi. Ritengo ingiusto continuare a essere gestiti in questo modo, abbiamo bisogno di buona politica e di buona economia affinché il settore riprenda respiro e riparta in totale sicurezza, altrimenti ci ritroveremo sepolti tra le rovine di Pompei e il rischio è che questo sia l’unico modo per attirare l’attenzione del Ministero” – aggiunge Sergio Cerruti.
“Inoltre, poiché il Ministero intende fare esclusivamente beneficienza al nostro settore, AFI preferisce piuttosto destinare l’esigua somma ricevuta a titolo di ristori (meno di 20mila euro), a realtà per le quali faranno concretamente la differenza . Se il MIC non riesce a comprendere le nostre esigenze, suggeriamo un passaggio di competenze a chi è realmente disposto a considerare il nostro settore come un’industria. Non ci resta che auspicare la creazione di una direzione generale ad hoc per la musica e lo spettacolo presso un altro Ministero, sia esso quello del Turismo o dello Sviluppo economico” – conclude il Presidente di AFI.