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Cultura, Spettacolo, Attualità, Arte a 360°. Questo il senso di una testata giornalistica libera in quanto indipendente che spende il proprio tempo cercando di valorizzare ciò che è bello. La bellezza è in ogni campo, tuttavia tende a nascondersi ed è per tale motivo che richiede una attenta ricerca che passa, in primis, per l’ascolto.

Newspage – Allinfo (nr. iscrizione 3/11 presso il Tribunale di Vallo della Lucania -SA- è il Magazine del progetto Allinfo, il portale di Mediazione Creativa ideato da Giovanni Pirri (Editore) e diretto da Maria Cuono, giornalista pubblicista.

Le interviste di Giovanni Pirri | Intervista con Mizio Vilardi

Le interviste di Giovanni Pirri | Intervista con Mizio Vilardi
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Un grande ritorno su Allinfo con l’intervista a Mizio Vilardi, il CantaSognAutore che scrive le canzoni con il cuore. Molfettano di origini vive a Roma e viaggiando fra la meta d’origine e quella di destinazione immagina un mondo nuovo fatto di canzoni nelle quali potersi specchiare.

Ci siamo già incontrati nel 2020 subito dopo aver pubblicato il tuo primo album “Una forma d’amore che mi devo”, che hai subito definito come l’album che ambiva ad intercettare la forma migliore di te. Sullo sfondo le storie altrui. Come è andata la ricerca e quanto è stata determinate per diventare chi oggi sei?

Ben ritrovato Giovanni! Ricordo benissimo quell’intervista all’Arciliuto (l’ultimo concerto prima che il mondo cambiasse con la pandemia) e ricordo anche quello che ti dissi quella sera… Ero entusiasta e, con l’album appena pubblicato, avevo la consapevolezza che grandi cose sarebbero seguite (e ne erano in programma diverse). Grandi cose sono successe davvero, ma nel mondo, e ci hanno investito in pieno. Per me “Una forma d’amore che mi devo”, pubblicato con Isola Tobia Label, rappresenta tuttora un’impronta e l’intenzione di intercettare la forma migliore di me, anche per raccontare meglio gli altri.
La pandemia mi ha spinto a scrivere moltissimo, proprio a partire dalle intenzioni che avevo riversato nell’album.

Ti definisci un CantaSognAutore. Come è nata questa tua definizione?

Viviamo in un mondo dove devi definire la tua “brand identity” e far capire agli altri chi sei in 150 caratteri spazi inclusi nella tua bio su Instagram. Viviamo il mondo della sintesi.
Ma in realtà, la definizione di “CantaSognAutore” nasce da un bisogno di sintesi che sentivo dentro di me. Mi sono chiesto quale fosse la mia peculiarità e mi sono dato una risposta. Il mio genere di riferimento è il Dream Pop, mescolato con elementi di folk e rock. Inoltre, scrivo canzoni partendo dal mio mondo onirico; sono un assiduo onironauta e non c’è notte in cui non sogni. Mi piace interpretare i miei sogni, e questo è un ulteriore lavoro su me stesso. Ad esempio, “Così fiorisce il mare” è nata da un sogno, da una visione: un uomo nel porto della mia città che aspettava un altro uomo dal mare. Poi ho realizzato che io ero l’uomo che aspettava il ritorno di quell’altro uomo, e quell’uomo era mio padre.

Se il tuo viaggio di andata e ritorno fra Roma e Molfetta fosse un incontro calcistico che risultato daresti a questo viaggio (Roma xx – xx Molfetta)?
Dove conservi il cuore e dove invece l’anima? Spesso viaggiano disgiunti ?

Questa è una delle domande più curiose mai ricevute! Calcisticamente parlando, non c’è storia! Ma in un mondo parallelo, nel mio appunto, c’è un bel pareggio con tanti gol per parte. Una partita spettacolare dove entrano in campo romani e molfettesi che sono entrati nella mia vita in questi anni, facendo cose importanti. Roma e Molfetta sono due realtà che mi nutrono costantemente sia nella presenza che nella mancanza. Ultimamente mi capita di sentire la mancanza di Roma quando sono a Molfetta! Questo dimostra che cuore e anima si accordano sempre più spesso. Ho scoperto anche una cosa meravigliosa: la musica mi permette di essere ovunque. Quando canto in dialetto a Roma, mi sento a Molfetta e, da quando ho scritto il brano “Villa Gordiani”, che narra il parco che dà il nome al quartiere dove vivo, mi sento di appartenere a Roma.

Un giorno ti hanno fatto un complimento che ti ha fatto riflettere “scrivi canzoni nostalgiche per gente felice”. Allora mi chiedo cosa sia per te la nostalgia e cosa invece è per te la felicità e che posto hanno nella vita di ogni giorno?

Devo essere sincero, ho un po’ edulcorato questo complimento nel tempo perché, in realtà, l’interlocutore di allora mi ha detto “Bravo Mizio, tu scrivi canzoni TRISTI per gente felice”. Ho subito capito che per “tristi” intendeva “nostalgiche”. Riguardo alla nostalgia, ho capito nel corso del tempo, anche attraverso la scrittura, che esistono tre forme di nostalgia. La prima è la nostalgia classica, il desiderio di tornare a un luogo fisico o emotivo legato a relazioni passate che ci hanno fatto stare bene. Poi c’è la Nostalgia del Possibile, che ho conosciuto tramite Pessoa, quella del “chissà come sarebbe stato se…”. Infine, c’è la forma di nostalgia che amo di più e che coltivo da qualche anno: la nostalgia che avrò in futuro, che coincide con l’impegno di godere ogni istante, del qui e ora, in modo che in futuro avrò nostalgia di questo presente. Da qui nasce l’accezione “Costruire ricordi felici”. Questo concetto si intreccia con quello di felicità: io posso essere felice, voglio essere felice, ma non devo esserlo per forza e devo accettare i bassi che la vita mi impone. Anche la tristezza è germinativa.

“Una forma d’amore che mi devo” lo definivi l’album della maturità. Tra il 2020 e il 2024 sono arrivati nel frattempo due figli, un brano dedicato a RINO GAETANO ed altre canzoni che ti hanno visto andare anche in Francia, ma soprattutto è cambiato anche il tuo modo di comunicare. Cosa è scattato in te ed è stato così dirompente?

Definivo “Una forma d’amore che mi devo” come l’album della maturità perché frutto di un lungo lavoro durato anni e perché è uscito quando avevo 32 anni. Ero ignaro dell’esperienza rivoluzionaria e generativa della paternità. Mi ha cambiato la vita praticamente e, paradossalmente, diventare genitore non mi ha allontanato da questo mondo, anzi mi ha spronato a percorrere strade inedite per me, ragazzo schivo e anti-social che ero. Di conseguenza è cambiata anche la comunicazione. È come se in me si fosse manifestata la spensieratezza del bambino interiore che non si preoccupa del giudizio degli altri. Ho preso fiducia nel rapporto con i social, ho iniziato a realizzare video brevi, vari e variegati (per ora non disperati) dove emergono non solo l’aspetto musicale, ma anche tutto il mondo valoriale che lo accompagna. Ho realizzato che in me c’è un’urgenza di comunicare una visione della vita e del mondo che vorrei, dalle piccole alle grandi cose.
Questa urgenza la lego soprattutto a quello che voglio costruire per i miei figli e le generazioni future.

Nel 2022 inauguri un nuovo percorso di scrittura creativa indipendente… con il brano “Costruire ricordi felici”. Un progetto ben definito pensato anche per altri ?

È un progetto pensato anche con altri. Ho capito che dovevo seguire i miei tempi e non quelli degli altri o dell’etichetta X. Ho compreso che organizzare il lavoro da solo fosse più coerente con il mio percorso, seguire i miei tempi anche nella pubblicazione delle canzoni. Questa libertà mi permette di intercettare mondi altrui, artisti, e costruire collaborazioni in maniera spontanea.

Mi parli del progetto C.R.E.A. ?

Qui c’è il Mizio formatore musicale. È stato un progetto svolto a spinazzola con la cooperativa sociale Eleos e finanziato dalla Regione Puglia. Ho tenuto un workshop di scrittura creativa musicale insieme a ragazzi della scuola media ed è stato davvera significativa come esperienza. Aiutare a tirare fuori la parte migliore degli altri aiuta a tirare fuori la parte migliore di me. Poi come dico sempre, i ragazzi non sono il futuro, sono già il presente.

Cosa ti lega invece al Municipio V. “Che ci facevi lì” ?

Mi lega la vita, la mia vita adesso. Ci sono passato per caso con il tram numero 19 e sono tornato per scelta.
Vivo a Villa Gordiani da 4 anni, esattamente dal 2020. Mi sono innamorato del parco che da il nome al quartiere e poi il resto è storia, la mia personale con i miei figli nati qui ed io che con loro metto nuove radici. Sono tra le altre cose Presidente dell’Associaizone Culturale L’Albero felice. Una piccola realtà che realizza progetti di natura musicale destinati ai più giovani o nei centri anziani.

Il brano “Fermati” è stato realizzato con 150 bambini francesi delle scuole di Bièvres (Ile-de France). Mi racconti questa esperienza ?

È stata un’esperienza meravigliosa, una delle più belle della mia vita, davvero difficile da sintetizzare e che tra l’altro è in divenire, perché sto continuando a collaborare con le scuole di Bièvres! Colgo l’occasione per salutare Magali Errecart, la direttrice del coro, tutto il corpo docenti e la comunità di Bièvres e Abeille, un’associazione che promuove gli scambi culturali tra Italia e Francia.
Questa estate, a giugno, sono stato ospite in Francia con il mio amico pianista e compositore Orazio Saracino per presentare le mie canzoni in italiano e il brano “Fermati” e per cantare con 150 allievi delle scuole di Bièvres all’interno del loro spettacolo “Canti’amo”, un repertorio di canzoni in italiano! Sì, a Bièvres studiano la nostra lingua!
Oltre al brano “Fermati” (a breve uscirà il videoclip girato proprio in Francia), abbiamo in progetto di pubblicare un brano scritto dai bambini, “La déesse de la mer” (La Dea Mare), ispirato alla copertina dell’album “Una forma d’amore che mi devo”. Il brano è composto da me e arrangiato da Orazio Saracino. Siamo già al lavoro per lo spettacolo del 2025. In quest’anno, devo migliorare assolutamente il mio francese!

La vita è un film e la musica diventa la nostra colonna sonora. Chi ama il cinema se la musica in autonomia. ?
Hai un genere che ti appartiene più di altri e per il quale ti piacerebbe comporre la colonna sonora?

Le commedie romantiche o, in generale, i film che finiscono bene! Vorrei che la mia musica fosse un sollievo, qualcosa che possa rappresentare una speranza. Scritta così sembra esagerata, ma io davvero cerco nella musica una carezza, “quella carezza della sera”, parafrasando i New Trolls. Se dovessi pensare a delle scene ideali con le mie canzoni in sottofondo, penso a quelle in cui ci sono abbracci, magari tra un padre e una figlia o due amici che si salutano nella speranza di ritrovarsi.

Per concludere… a quando il prossimo album?

Eh… in realtà non so se voglio un album. Al momento ragiono per progetti, canzone per canzone, e non mi piace parlare di singoli. Ogni canzone per me rappresenta un progetto, un messaggio, un’esperienza fisica. Il 20 settembre esce la versione orchestrale di “Villa Gordiani”, realizzata dal compositore Fabio Di Liddo. Ci avviciniamo al Natale e al momento sono al lavoro per un’altra mia piccola follia, un brano dedicato a San Nicola di Bari, dove italiano e dialetto pugliese si mescolano.
Magari te lo faccio ascoltare in anteprima!

E… Visto che è l’ultima domanda colgo l’occasione di ringraziarti, ringraziare Mabel e “Dal Palco di Casa Mia” per la splendida ospitalità che ogni volta mi riservate. Vi auguro il meglio.

di Giovanni Pirri

Redazione

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