“La giraffa ha il cuore lontano dai pensieri. Si è innamorata ieri, e ancora non lo sa”. Stefano Benni così raccontava l’animale nelle sue Ballate insegnandoci ad immaginarlo così. Oggi che c’è il ritorno di GIRAFFE, l’artista stesso ama riscrivere a propria immagine e somiglianza l’immaginario associato a questo animale… che appare femminile, sensuale e imponente… ed è associato alla sua visione di musica.
Per saperne ancora di più, vista l’uscita di RUOK che sta per “Are you ok?“, lo abbiamo raggiunto e intervistato.
Quando è nato RUOK (Are You OK, ndr)? C’è un momento della tua vita che ti ha fatto prendere coscienza di un sentire nuovo?
Non so dire un momento esatto della mia vita in cui ho percepito un nuovo sentire. Mi sono reso conto che crescendo stava maturando in me una nuova consapevolezza globale se vogliamo ed ho voluto comunicare questa mia esperienza in Arte. Esattamente così è nata “RUOK”, assolutamente di getto.
La costruzione del brano, dal punto di vista musicale è pensata per spronare chi lo ascolta.
Che tipo di ascoltatore avevi in mente quando lo hai costruito così?
Musicalmente volevo che a primo impatto arrivasse questa wave sensuale e cantabile. Volevo che ad ogni ascolto l’ascoltatore notasse un dettaglio differente per simulare così il concetto di immersione che citavo prima.
Non ho individuato un target specifico diciamo..anche se comunque la risposta maggiore è arrivata da parte di ragazzi miei coetanei e questo mi fa super felice!
Guardando poi più volte il videoclip il messaggio che mi arriva è quello legato allo sballo e, quindi a tutta quella generazione di ragazzi che lentamente sfascia la propria vita. Ma credo che sia questo anche il gioco delle canzoni… Ognuno ci vede ciò che crede?
Come ciascuno ricanta la strofa che lo tocca nel profondo?
Mi piace ascoltare tutte le varie interpretazioni che si possono dare al video e il fatto che siano sempre differenti ci fa capire di aver centrato il bersaglio. Volevamo esattamente questo, che le persone iniziassero ad interrogarsi creando possibilità quando invece la chiave di lettura è proprio sotto i loro occhi.
Altri due dettagli importanti Kimberly Margani, ballerina e coreografa e quelle mani nere fin dall’inizio di uno dei tuoi te. Questo tuo essere “uno e trino” serve a mostrare stati d’animo diversi?
“Tutti i soggetti sono la stessa persona con abiti diversi eppure lei è attratta da qualcosa di diverso, forse unico”.
La trama è essenziale quanto d’impatto.
Le mani nere offrono l’unica e vera chiave di lettura del video e rappresentano l’immersione, la coscienza che segna, il contatto.
Del resto già nel nome “siete” tanti (GIRAFFE). Cosa ti fa sentire “GIRAFFA”?
Mi sento Giraffe per una serie di fattori, il primo è puramente estetico, il secondo forse più importante è quello caratteriale. Mi piace associare il mio progetto a questo animale perché nell’immaginario comune appare femminile, sensuale e imponente… tutto quello che posso chiedere alla musica!
Questo brano messo a confronto con tue produzioni precedenti mostra un forte passo in avanti.
Cosa pensi ti abbia fatto maturare al tal punto da spingerti su questa nuova strada?
Ho capito che la musica oltre ad essere una straordinaria forma d’Arte è fondamentalmente anche un gioco che serve a sperimentare, infastidire e scoprire. Le leggi del mercato non servono assolutamente a niente se non a limitare… e forse è stata questa la differenza.
Quanto contano sperimentazione e contaminazione nella tua esperienza musicale?
Sono fondamentali. Sperimentare non è un obbligo sia chiaro ma se penso al mio progetto musicale mi piace pensare a delle sonorità completamente contaminate e spero che l’ep di prossima uscita ne sarà la riprova !
Io vengo dal Blues e dall’R&B e per definizione i bluesman sono sempre stati degli innovatori se si pensa al periodo storico in cui vivevano.
Poi non riesco a farmi incuriosire da qualcosa che è perfettamente allineato con il mercato musicale.
Il reale è fatto di tanti elementi. Tra questi, il Covid che peso specifico ha avuto?
Nessuno credo. Ho iniziato a produrre questa canzone a inizio 2019 e già a dicembre mi ero chiuso in casa per preparare il pacchetto completo. Diciamo che la mia quarantena è iniziata qualche mese prima.
RUOK anticipa l’EP al quale stai lavorando. Quali i temi? Quale la direzione? Ma soprattutto, Are You OK, lancia una domanda. L’Ep è / sarà la risposta?
È bellissima questa domanda. Mi auguro di no, spero che sia ancora presto per le risposte nel senso che vorrei creare quanto più disordine possibile. I temi sono i più disparati, mi sono dedicato molto al sociale nei suoi dettagli e musicalmente parlando ho voluto spaziare da un genere all’altro senza pensare troppo alle leggi del mercato…ecco se devo pensare ad un fil rouge è proprio la libertà.
Le collaborazioni alle quali sei più legato e quelle che pensi adatte, in futuro, al tuo stile?
Ancora forse è presto ma mi piacerebbe iniziare fin da subito con alcune collaborazioni internazionali non parlo della mia musica ovviamente ma secondo me in futuro la musica Italiana me la immagino molto più internazionale.
E… (c’è un messaggio che vuoi lanciare uscendo dal binario delle domande?)
Prendiamo le distanze dal concetto che le canzoni devono essere concepite fin da subito per essere delle hit.
Diamo spazio all’arte.
di Giovanni Pirri