Possiamo definirla un mix unico di talento, passione e autenticità. Lei è Arnica artista vera che ha compreso l’importanza della musica, capace di penetrare l’anima e agire su di essa in modi profondi e trasformativi. La sua voce è un ponte tra le emozioni e la mente, un canale attraverso cui esprimere ciò che le parole spesso non riescono a comunicare. L’abbiamo incontrata per la prima volta al Premio Bruno Bottiroli Quarta Edizione, il concorso nazionale di Musica e canto e l’abbiamo ritrovata su Dal Palco di Casa Mia, piattaforma facebook , nella quale ha tenuto il suo concerto streaming.
Cominciamo dal principio. L’occasione per conoscerti meglio prima ancora di ascoltarti . Arnica è il tuo alias artistico. Come è nata la scelta di questo nome?
Il mio nome d’arte, “Arnica”, nasce da due ispirazioni che si intrecciano in un unica storia. Posso dirvi che è, in certo senso, un ponte tra fantasia e realtà. Lasciate che vi spieghi meglio. La prima ispirazione viene da un’avventura nel mondo di Dungeons & Dragons, un gioco di ruolo in cui si vestono i panni di personaggi inventati. In questa campagna, ho dato vita a un personaggio, a un’anima di nome Arnica, e la storia che ho creato per lei mi ha profondamente colpito. Arnica, infatti, non riusciva a esprimere le proprie emozioni, ma trovava il modo di veicolarle e trovava la sua voce proprio nella musica.
Quando ho dovuto scegliere un nome d’arte, mi sono accorta che Arnica diceva una grande verità su di me. Ho sempre avuto difficoltà a esprimere e comprendere ciò che provavo e la musica è stata la mia salvezza. Mi ha dato una voce e ha trasformato i miei sentimenti in melodie, aiutandomi a superare quel blocco emotivo che a volte sento.
La musica è stata il mio rifugio, il ponte che mi ha permesso di attraversare il tumulto delle mie emozioni. In un mondo in cui la comunicazione può apparire difficile e le parole sembrano mancarmi, le note sono diventate la mia espressione di verità, un’eco di ciò che porto nel cuore.
Ma c’è di più. Il fiore dell’Arnica, noto per le sue proprietà curative, porta con sé anche una verità ironica: sebbene sia un simbolo di guarigione, se ingerito può rivelarsi estremamente tossico. Questo aspetto riflette perfettamente la mia essenza; all’apparenza dolce e delicata, ma con una forza interiore che non può essere sottovalutata. Sembro carina e gentile, ma non fatemi arrabbiare! Ovviamente, sto scherzando, ma questa dualità riflette sicuramente una parte di me.
“Arnica” è, quindi, un nome che incarna la mia lotta e la mia crescita, un omaggio alla musica che mi ha liberata e mi ha dato voce. È la melodia di un viaggio che continua, dove ogni nota è un passo verso la scoperta di me stessa, e ogni canzone è un invito a condividere le mie emozioni con il mondo. In questo nome, danzano insieme la mia storia e il mio sogno, un canto che aspira a essere ascoltato.
Quando nasce la passione per la musica?
La mia passione per la musica nasce grazie a mio papà. Non riesco a ricordare i miei primi anni di vita senza collegarli alla musica, che era sempre presente in casa. Da piccolissima, ero già circondata da melodie: ci sono tantissime foto di me in braccio a mio papà, con enormi cuffie che mi coprono quasi tutta la testa, mentre ascoltavamo insieme musica classica. Quando riguardo quegli album di famiglia, è quasi come se potessi sentire di nuovo quelle note, come se la musica fosse una presenza viva e costante che mi accompagna e mi culla da sempre. Quel legame speciale con la musica è una delle cose più preziose che mi ha trasmesso e sento di dovergliene essere grata ogni giorno. Non è stato solo un ascolto passivo, ma una vera e propria educazione all’ascolto, all’arte di lasciarsi trasportare da una melodia, e questo ha profondamente influenzato il mio modo di vivere e percepire la musica oggi. Grazie a lui, ho potuto sviluppare un amore raro e prezioso che mi accompagna e dà colore alle mie giornate. La musica è diventata per me un linguaggio universale, capace di esprimere emozioni che spesso le parole non riescono a raccontare. Oggi, ogni volta che mi avvicino a uno strumento o inizio a cantare, sento quel filo invisibile che mi riporta a quei momenti, a quelle prime note condivise. La musica non è solo una passione, ma una parte fondamentale del mio essere, un’amica che mi aiuta a comprendere meglio me stessa e il mondo che mi circonda.
Quando hai compreso che l’ambito musicale poteva essere la tua strada e a chi devi dire grazie?
Ho capito che la musica poteva davvero essere la mia strada la prima volta che ho avuto l’opportunità di esibirmi di fronte a un pubblico. Prima di salire sul palco, l’agitazione era fortissima: il cuore batteva veloce e mi chiedevo se sarei stata all’altezza. Ma nel momento in cui ho intonato le prime note di *Don’t Know Why* di Norah Jones, è successo qualcosa di magico. Tutta l’ansia che sentivo è svanita, lasciando spazio solo all’emozione pura, un’energia che ho incanalato nella mia interpretazione. In quel momento, mi sono sentita finalmente libera, completamente in pace e in sintonia con la mia natura. Per la prima volta mi sono sentita davvero me stessa. Ricordo chiaramente di aver pensato: ‘Ecco, questa è la sensazione che voglio vivere ogni giorno, questo è ciò che voglio fare.’
È stato un punto di svolta per me, ma so bene che non ci sarei mai arrivata senza il supporto delle persone che mi stanno vicino. Quando ho dubbi o incontro ostacoli, sono loro a ricordarmi perché ho scelto questo percorso e a spingermi a non mollare. Sono particolarmente grata al mio maestro di canto, Michele Andalò, che con pazienza e dedizione mi ha guidata, e continua a guidarmi, passo dopo passo, e alla mia maestra di pianoforte e ukulele, co-autrice del mio primo singolo Mine, Lucia Andalò, per la sua passione contagiosa e il supporto continuo. La loro fiducia in me è stata fondamentale per la mia crescita artistica.
Non posso dimenticare i miei genitori, Sandra e Carlo e mio fratello Salvatore che mi hanno sempre incoraggiata, e i miei amici Andrea, Serena, Chiara, Nicole, Desy e tutti gli altri che con il loro affetto mi danno forza nei momenti di difficoltà. Ognuno di loro è stato una ‘luce’ nel mio percorso, aiutandomi a credere in me stessa e spingendomi a migliorare ogni giorno. Senza il loro sostegno, non sarei la persona e l’artista che sono oggi.
Ogni volta che salgo su un palco, porto con me tutto ciò che mi è stato insegnato e tutte le persone che hanno creduto in me. Quindi grazie ancora a tutti.
Quanto le tue origini musicali stanno influendo sulla direzione musicale che hai deciso di intraprendere ?
Da piccola, durante i lunghi viaggi in macchina con i miei genitori, la musica era una costante. Mi facevano ascoltare di tutto: dalla musica classica al rap, dal rock al cantautorato. Ricordo che, fin da allora, ciò che mi colpiva di più erano i testi delle canzoni. Potevano essere storie semplici o poesie complesse, ma erano sempre le parole a catturare la mia attenzione, a farmi riflettere e immaginare, in un certo senso, mondi nuovi e inesplorati.
Ancora oggi, questo aspetto è centrale per me. La parte che preferisco del processo di composizione musicale è proprio quella legata alla scrittura. Mi perdo nella ricerca delle parole giuste, di quegli ‘incastri’ perfetti che riescono a tradurre in versi una sensazione o un’immagine che ho nella mente. È un processo molto intimo, che mi permette di dare forma a emozioni che altrimenti rimarrebbero indefinite e confinate in me. Credo che questa attenzione ai dettagli e questa passione per la parola siano l’eredità delle mie origini musicali.
La scrittura è diventata per me uno strumento per comunicare qualcosa di personale e profondo, e trovo che sia, in questo senso, una delle forme più autentiche di espressione.
Infatti, anche se i suoni e gli arrangiamenti possono variare, il cuore di ciò che creo resta sempre la parola. Voglio che chi ascolta le mie canzoni non si limiti a seguire una melodia, ma possa immergersi in un racconto, in un viaggio emotivo che spero riesca a coinvolgere e far riflettere. In fondo, ciò che mi porto dalle mie radici musicali è proprio questo: il desiderio di comunicare attraverso la musica, di trasformare le parole in emozioni condivisibili.
Quali sono le caratteristiche che un artista a tuttotondo deve avere?
A mio parere, un artista a tuttotondo deve essere, prima di tutto, autentico. Non credo ci siano vere e proprie caratteristiche, penso che ciò che conta davvero sia il coraggio di essere se stessi, con tutte le proprie imperfezioni, difetti e fragilità. Quando un artista si espone in modo onesto, mostra non solo la sua arte, ma anche la sua umanità, ed è lì che si crea una connessione autentica con chi ascolta o osserva.
Spesso crediamo che ci venga chiesto di essere impeccabili, di nascondere le nostre debolezze, ma è proprio attraverso quelle imperfezioni che riusciamo a raccontare storie vere e a veicolare emozioni sincere. La vulnerabilità, non dovrebbe essere vista come una debolezza, ma dovrebbe essere considerata una forza: è ciò che permette a un artista di essere reale e accessibile, di toccare corde profonde nell’animo delle persone.
Allo stesso modo, ritengo che l’umiltà diventi fondamentale per continuare a crescere, perché solo chi è disposto a riconoscere i propri limiti può superarli e migliorare costantemente. La passione e la dedizione sono il motore di tutto, ma devono essere supportate dalla consapevolezza che non è necessario essere perfetti per essere grandi. Penso sia importante anche l’apertura mentale. Un artista deve essere disposto ad ascoltare, a osservare il mondo che lo circonda e a lasciarsi ispirare da ciò che è fuori dalla propria zona di comfort. La creatività nasce spesso dall’incontro di idee diverse, di esperienze contrastanti, ed è attraverso questo dialogo costante con il mondo che l’arte può evolversi e crescere. In definitiva, essere un artista a tuttotondo non significa aderire a uno standard o raggiungere la perfezione, ma piuttosto avere il coraggio di portare alla luce la propria verità, con umiltà e dedizione, rendendola accessibile agli altri. E credo che, in fondo, sia proprio questo ciò che tutti cerchiamo nella musica, nell’arte e nella vita: la verità, non la perfezione.
Che rapporto hai con l’idea di successo?
Non penso che il successo possa essere misurato in termini di premi o riconoscimenti, ma penso risieda nel saper rimanere in sintonia con se stessi e con la propria arte, seguendo il cuore in ogni passo.
È sicuramente gratificante vedere i propri sforzi riconosciuti da premi o consensi esterni, ma non penso sia quello il traguardo principale.
Riuscire a trasmettere quello che sento, le mie esperienze e le mie emozioni attraverso la mia arte e vedere altre persone che mi capiscono e si connettono con quello che cerco di esprimere è sicuramente il riconoscimento più grande. La mia più grande soddisfazione arriva quando qualcuno si rivede nelle mie parole o nei miei suoni, quando la musica diventa un ponte tra le mie emozioni e quelle di chi ascolta.
In questo senso, il successo è quasi un viaggio interiore, più che una destinazione esterna. È la crescita continua come artista e come persona, la capacità di evolversi senza mai tradire la propria essenza. È rimanere fedeli al proprio percorso artistico, anche quando la strada sembra essere troppo in salita o quando le aspettative esterne sembrano schiaccianti.
Alla fine, il successo più grande è poter guardare indietro e sapere di aver creato qualcosa che non solo rappresenta me stessa, ma che ha il potere di influenzare positivamente chi mi ascolta, indipendentemente dai risultati tangibili che ne derivano.
Cos’è per te “musica” (concetto)… la musica…?
La musica, per me, è un linguaggio invisibile e universale che parla direttamente al cuore. È l’eco di emozioni che fluttuano nell’aria, espressione dell’inespresso. Ogni nota è una pennellata di colore su una tela di sentimenti, capace di evocare immagini e ricordi che vanno al di là della semplice comprensione, che per ognuno di noi sono in qualche modo personali.
È un rifugio sicuro, un luogo dove le tempeste interiori possono trovare calma e dove la gioia si amplifica. Quando ascolto o creo musica, sento di entrare in un mondo dove ogni melodia è un viaggio, e ogni canzone racconta una storia che si intreccia con la mia. È una danza di vibrazioni che ci avvicina, che ci unisce, trascendendo le barriere del linguaggio e della cultura. La musica è un’amica che non giudica mai, un confidente che sa ascoltare le mie fragilità e le mie speranze. È nei momenti di silenzio, quando le parole mancano, che la musica riesce a riempire il vuoto, dando voce a ciò che sento nel profondo.
La musica è il mio modo di navigare nel mondo, una luce che guida i miei passi e un modo per connettermi con gli altri in un dialogo silenzioso e profondo.
In sostanza, la musica è il mio linguaggio, la mia verità, la mia voce, un flusso di creatività che mi permette di scoprire chi sono e chi voglio essere.
È il mio modo di lasciare un segno nel mondo.
Hai recentemente partecipato, con successo, al Premio Bruno Bottiroli edizione 2024. Me ne parli ?
Partecipare al Premio Bruno Bottiroli è stata un’esperienza straordinaria, un vero e proprio viaggio emozionale. È un concorso molto prestigioso, conosciuto per il suo impegno nella promozione della musica emergente e per la qualità degli artisti che vi partecipano. Sin dall’inizio, ho sentito una grande responsabilità nel rappresentare al meglio la mia musica e la mia visione artistica. La competizione è stata intensa e stimolante, con talenti incredibili che portavano sul palco le loro storie e le loro passioni.
Ho avuto l’opportunità di esprimermi a pieno, di mettere in pratica tutto quello che ho imparato negli anni, dalle lezioni di canto alle esperienze sul palco. Ogni nota, ogni parola, era un pezzetto di me condiviso con il pubblico e la giuria. Quando sono arrivati i risultati, è stata una gioia indescrivibile. Ricevere questo riconoscimento non solo ha celebrato il mio impegno, ma ha anche confermato che sto percorrendo la strada giusta.
Questo traguardo mi ha dato una spinta in più, motivandomi a continuare a crescere artisticamente e a esplorare nuove direzioni nella mia musica. Ci tengo a ringraziare, in conclusione a questa domanda, Mabel Zarate che ogni anno fa di tutto affinché questo concorso possa far conoscere i nuovi talenti italiani e Bruno Bottiroli che è un angelo che ancora oggi ci accompagna con le sue splendide melodie lasciando il suo segno nel mondo.
Stai facendo altri concorsi?
Sì, attualmente sto partecipando a diversi concorsi, non solo per mettermi alla prova, ma anche per confrontarmi con altri artisti e stimolare la mia crescita personale e professionale. Ogni concorso è un’ottima opportunità per sperimentare nuove idee, stili e approcci alla musica. È un modo per esplorare lati diversi della mia arte, scoprendo cosa funziona e dove posso migliorare.
Inoltre, queste competizioni mi permettono di esibirmi davanti a un pubblico sempre nuovo. Il feedback che ricevo, sia positivo che costruttivo, è prezioso e mi aiuta a capire come posso evolvermi ulteriormente.
Quest’anno ho partecipato al Festival di Castrocaro ed è stata un’esperienza magnifica. La competizione era intensa, ma l’atmosfera era carica di energia e di creatività.
La possibilità di esibirmi in un contesto così prestigioso mi ha permesso di esplorare lati diversi della mia musica e di affinare le mie abilità sul palco. È stata una grande opportunità per imparare e crescere, infatti, molto probabilmente ripeterò l’esperienza anche l’anno prossimo.
Sono aperta a ogni occasione che mi permetta di portare la mia musica a più persone possibile. Ogni nuova esperienza mi arricchisce, e spero di continuare a esplorare questo cammino, affrontando le sfide che si presenteranno lungo il percorso. La musica è un viaggio continuo, e sono entusiasta di vedere dove mi porterà.
Progetti presenti e futuri?
Attualmente, sono entusiasta di annunciare che probabilmente entro il prossimo mese uscirà un disco di canzoni Disney edite, composto da un totale di 15-17 brani, alcuni dei quali saranno in duetto con artisti talentuosi. Questo progetto ha un significato speciale per me; ho lavorato con grande dedizione e passione, e ogni canzone rappresenta non solo la mia interpretazione di queste meravigliose melodie, ma anche un tributo all’universo magico della Disney che ha accompagnato la mia infanzia e continua a ispirarmi. Collaborare con altri artisti per realizzare questi duetti è stata un’esperienza arricchente, e non vedo l’ora di condividere il risultato finale con tutti voi.
Inoltre, entro la fine dell’anno, ho in programma di pubblicare un piccolo EP di canzoni inedite che ho scritto lasciando parlare il cuore. Questi brani sono un riflesso delle mie esperienze personali e delle emozioni che ho vissuto, e sono molto orgogliosa di come siano venuti fuori. Ogni canzone racconta una storia unica, e spero che possano toccare le corde dell’anima di chi ascolta, proprio come hanno fatto con me mentre le scrivevo.
Ma non mi fermerò qui. Ho l’intenzione di continuare a crescere e a esplorare nuovi orizzonti musicali, spingendomi oltre i miei limiti e sperimentando con stili e generi diversi. La passione che mi ha guidato fino a qui sarà sempre la mia compagna di vita, ispirandomi a perseguire i miei sogni e a raccontare la mia storia attraverso la musica.
E… (messaggio libero da lanciare)
Ci sarebbero tantissime cose da dire e riflessioni da condividere, ma scelgo di riportare una frase che mi è sempre piaciuta moltissimo: “Be a voice, not an echo”. Questa semplice affermazione racchiude un significato profondo che mi accompagna ogni giorno. Vorrei che ci ricordassimo sempre che è fondamentale essere una voce e non un eco. Ognuno di noi ha una storia unica, esperienze e emozioni che meritano di essere raccontate. Dobbiamo avere il coraggio di esprimerci, perché c’è sempre qualcuno là fuori che ha bisogno di sentire ciò che abbiamo dentro. Le nostre parole possono diventare un faro di speranza per chi si trova in difficoltà, un incoraggiamento per chi sta affrontando sfide simili, o anche una semplice connessione per chi si sente solo.
Essere una voce non significa che non dobbiamo saper ascoltare: prestare attenzione a chi ci circonda, abbracciare la diversità delle esperienze umane e aprirsi al dialogo. Le storie degli altri ci aiutano a comprendere il mondo e noi stessi e ci insegnano che, pur nelle nostre differenze, ci sono esperienze comuni che uniscono l’umanità.
Quindi, vi invito a trovare la vostra voce e a usarla. Che si tratti di musica, arte, scrittura o semplicemente di una conversazione sincera, ogni espressione conta. Parlate, cantate, scrivete; fate sapere al mondo chi siete veramente.
Siate una voce.