Angelo Rodà, cantautore dall’animo gentile che ha dedicato tempo alla formazione per scavare dentro di sé alla ricerca di quelle emozioni da poter trascrivere e condividere con il mondo. Lo abbiamo incontrato in occasione del Premio Bruno Bottiroli Quarta edizione e la conoscenza è proseguita con il live sulla piattaforma Facebook di “Dal Palco di casa mia”, il progetto streaming pensato per dare spazio alla musica di grande talento. Da questi incontri è nata l’intervista che segue.
Quando nasce Angelo Rodà come artista?
Artisticamente nasce nel 2001, durante una festa patronale del paesino di San Carlo, (frazione del comune di Condofuri) in provincia di Reggio Calabria. Quella sera si esibiva un gruppo folk, tra un’esibizione e l’altra conobbi una giornalista che si stava formando per diventare una presentatrice. La ragazza mi lanciò una provocazione, se avessi avuto abbastanza coraggio da salire sul palco ed esibirmi. Fu così che chiesi di poter salire e suonare un brano, avevo 16 anni. Accolsero la mia richiesta con entusiasmo e mi concessero uno spazio in cui potermi esprimere. Mi sembrò tutto così irreale, passai dal suonare dalla camera di casa mia a ritrovarmi su un palco e un pubblico davanti a me. In quel momento, a metà fra la commozione e l’entusiasmo, accadde la magia, il gruppo di musicisti non mi lasciò solo nell’esibizione, anzi mi accompagnò strumentalmente, mantenendo un gioco di sguardi complici che mi diedero molta forza e coraggio. Ero un adolescente con l’amore per la musica, e suonai “La canzone del sole” di Lucio Battisti.
La gente sotto al palco cantava e mi dava coraggio, in sintonia con i musicisti attorno a me che accompagnavano la mia esibizione.
In quegli istanti prese vita la “magia”, quel qualcosa che accade ancora oggi e si ripete ogni qual volta mi presento su un palco.
Luma è il nome d’arte quali origini ha ?
Luma e’ il diminutivo del temine calabrese “Lu Maestru”, ovvero îl Maestro, venni cosi ribattezzato dal front-man e grande amico del gruppo Calabriamaica di cui ancora oggi faccio parte. Questo appellativo mi venne dato poiché ero il più grande di età fra i componenti del gruppo, venivo così visto come il più saggio, colui con una maggiore esperienza di vita.
Come sei arrivato alla Musica e chi e’ stato importante nella tua formazione come artista ?
Grazie a mia madre ebbi il primo contatto con la musica, quando avevo 14 anni mi propose di provare a suonare la chitarra, così iniziai ad andare a lezione di chitarra guidato nelle prime nozioni e tecniche per chitarra dal maestro Manti. Egli mi diede la scintilla, quell’amore per lo strumento che ancora oggi mi porto dietro. L’incontro però durò solo quattro mesi perché poi scelsi di continuare lo studio dello strumento da autodidatta sia per quanto riguardava lo strumento a sei corde sia per quanto riguardava successivamente la tastiera .
Nel mio percorso di formazione hanno inciso fortemente il Maestro Aldo Gurnari che mi fece conoscere il bel canto entrando a far parte dal coro polifonico “don Ruggiero Coin” da lui diretto, così giungendo a sperimentare tutto cio’ cha la voce può generare , nella molteplicità’ di suoni e impostazioni vocali. La Maestra Maria Gurnari artista che io definisco totale per la sua grande capacita’ artistica, grazie a lei appresi l’importanza dell’interpretazione delle dinamiche e di tutto ciò che si fa emozione per mezzo della voce. Grazie al Maestro Davide Beatino appresi e continuo ad apprendere la soddisfacente complessità’ che e’ la musica nei suoi tempi, nei giochi armonici, nelle variazioni mentali delle tonalita’, in una logica che domina sempre l’espressività’ dell’essere profondo, tornando quasi al nostro principio della nostra esordiente esistenza quando eravamo semplicemente suoni.
Quale e’ la tua direzione musicale ?
Mi definisco un cantautore impegnato sui temi sociali, racconto nei miei brani del mondo , di situazioni drammatiche dettate dalle guerre , dal razzismo dalle follie di genere, dagli atti disumani compiuti nei femminicidi soffermandomi sulle storie di persone, uomini e donne che sono stati e sono esempi da seguire lontani dalla fatuità’ del nostro tempo.
Come immagini e cosa pensi sia per te il successo ?
Il successo dal mio punto di vista e secondo la mia immaginazione non e’ altro che la capacita’ di lasciare qualcosa della propria arte alla gente, che sia espressione di bellezza, di speranza e di emozione, che rappresenti un senso in piu’ per questo nostro esistere.
Quali sono le tue collaborazioni artistiche e con chi vorresti tanto collaborare ?
Ho collaborato e collaboro con il cantautore Damiano Roda’ e con il gruppo Calabriamaica. Nel futuro se dovessi pensare a delle collaborazioni mi piacerebbe poter realizzare delle esibizioni con il cantautore Simone Cristicchi, come anche Federico Zampaglione e BrunoriSas. Tutti autori e interpreti di altissimo rilievo che sono dei riferimenti per me per il modo di esprimersi su temi importanti del nostro tempo.
Quali sono i tuoi progetti musicali attuali?
In questo momento cerco di far conoscere il mio brano “ Polvere e sangue di un inviato di guerra” che racconta la storia dei tanti giornalisti e inviati che si trovano in territorio di guerra , che ogni giorno rischiano la propria vita per far conoscere spaccati tragici di realtà’ disumane e che spesso tutto va a discapito della propria esistenza, uccisi crudelmente solo per aver svolto il loro dovere. Di questo brano presto sara’ realizzato un videoclip.
Progetti in divenire?
Sto lavorando sul mio primo album incentrato sulla narrazione secondo la mia personale visione di situazioni, realtà’ di uomini e donne, della profondità’ che vive nell’anima di chi attraverso l’esperienza del proprio vivere incondizionato continua ad essere quel sale della terra che ha un senso considerevole per chi ancora oggi riconosce nei valori la vera evoluzione in contrasto con il contesto futile dell’apparenza dettato da questo tempo presente. L’idea che seguirà’ all’album e’ quello di realizzare un docufilm che possa racchiudere l’insieme di queste opere collegate tra di loro.
Sei autore e compositore di te stesso ?
Si sono l’autore e il compositore di me stesso, lavoro molto sulla ricerca dei giusti suoni come delle equivalenti armonie tra le vibrazioni mediterranee e lo sviluppo elettronico dei nuovi sint cosi da poter ben vestire i singoli brani, massimizzando l’elemento emozionale che spero possa essere percepito all’ascolto di ogni mia singola opera.
Cos’e per te davvero importante e cosa ti motiva nell’arte di creare?
La cosa importante per una mia personale visione delle cose e’ fare semplicemente la mia parte, esprimermi in maniera naturale manifestando ciò che sono nella semplicità’ più’ valente. Che questo possa servire a chi si avvicina all’arte come anche a chi mi ascolterà.
L’arte di creare nel mio caso la reputo come un qualcosa d’innato, di viscerale e primordiale, una benedizione ricevuta dal momento che sono venuto al mondo come succede a tanti. La motivazione del mio creare è legata a ciò che io personalmente definisco la volontà dell’anima di generare un qualcosa che potrebbe essere inteso come intangibile ma che allo stesso tempo e’ essenziale e profondo, scavando nei fondali del nostro percepire unitamente allo studio, cosi nascono le espressioni, le connessioni tra il nostro esistere e l’evoluzione del nostro vivere e l’arte in questo ne è maestra.
Una intervista è come un binario chiuso con domande e risposte che seguono uno schema che non lascia spazio ad altro. Questo per dire che in questa ultima domanda dà a te la possibilità’ di lasciare un messaggio a chi legge.
In ultimo vorrei soffermarmi sull’importanza dell’espressione artistica per mezzo della quale si può crescere, esprimere e migliorare; in tal senso rivolgendomi in particolare a chi si avvicina ad uno strumento musicale, vi invito ad esprimervi liberamente, senza barriere e timori. Rifacendomi a Platone riconosco che la musica è la parte più importante nel percorso dell’educazione perché è ritmo e armonia . E’ la migliore medicina dell’anima e aggiungo, e’ quella singolare espressione della nostre identità nascosta che rende creativi, immaginativi e vivi ma soprattuto ci rende liberi.
di Giovanni Pirri