#LeGentilDame #DivertimentiPerCamera #Riggieri #Hoffmann #Leone
“Musica distillata sapientemente dal Duo ‘Le Gentil Dame’ che ci apre ad un universo musicale di raro ascolto.
Il risultato? Quello di una danza condotta con rispetto e gusto per melodie e ritmi.
Segno di un celestiale affiatamento tra il mandolino di Camilla Finardi e il violoncello di Daniela Santamaura.
Uno spirito filologico di fondo fa da preziosa culla ad andamenti e ritmi. La fusione del suono e della linea musicale risultano semplicemente incredibili.
Un esempio del far musica insieme che andrebbe diffuso nelle scuole e nelle università per divenire patrimonio universale.
Nel cd intitolato “Divertimenti per camera”, Riggieri, Hoffmann e Leone, Autori poco conosciuti, vengono presentati con inaudita freschezza.
Un grande plauso alle due musiciste che ne sono le artefici”.
Abbiamo per Voi raggiunto telefonicamente Camilla Finardi e Daniela Santamaura per saperne di più sul loro progetto.
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Come è nato il Duo “Le Gentil Dame”?
Daniela: Una decina di anni fa sono stata contattata da una giovane ed entusiasta mandolinista cremonese che desiderava proporre al quartetto con cui suonavo una collaborazione musicale. Ricordo ancora il primo incontro, in un bar palermitano del centro, puntuale ed emozionata arrivò Camilla con tutto l’entusiasmo e l’energia che la contraddistinguono ancora oggi.
Si fece qualcosa in quartetto, ma dopo brevissimo tempo ci siamo ritrovate a leggere musica in duo, felici di scoprire musica poco eseguita e di dar vita a un duo con il quale, per il periodo in cui Camilla ha vissuto a Palermo, abbiamo suonato per diverse associazioni musicali in giro per la Sicilia, abbiamo studiato tanta musica di differenti generi e proposto programmi che contenevano sempre musica del XVIII secolo, ma anche altro.
Inutile dire che dalla collaborazione musicale è nata un’amicizia profonda che dura da allora nonostante oggi viviamo lontane.
Il disco che abbiamo inciso nasce dal desiderio di approfondire il vastissimo repertorio che Camilla conosce ed ama e dal desiderio di creare occasioni per poter continuare a suonare insieme. Ho imparato ad amare questo genere di musica che potrebbe sembrare poco stimolante dal punto di vista “cellistico”, ma che in realtà incontra perfettamente il mio modo di intendere la musica: il basso continuo, generalmente inteso come accompagnamento, è in realtà sostegno, cura, attenzione creativa e rispettosa. Ogni nota è importante, ogni silenzio fondamentale. Poter dare allo strumento solista la possibilità di esprimere i virtuosismi che contraddistinguono la musica che abbiamo scelto di incidere mi ha dato, oltre la gioia della condivisione del progetto, anche la possibilità di riflettere sull’esecuzione musicale e il relazionarsi attraverso la musica nella vita.
Camilla: Nel 2010 circa mi trasferii in Sicilia, una terra così ricca di storia, cultura, arte…ed anche di tradizione mandolinistica! Si pensi ai compositori Paolo Altieri ed Epifanio Loforte, autori della seconda metà del XVIII secolo; oppure a cavallo fra Otto e Novecento, nel periodo della nascita dei circoli mandolinistici, della divulgazione del repertorio mandolniistico sui periodici musicali delle principali città italiane e della migrazione degli italiani negli Stati Uniti, possiamo citare i nomi di autori per mandolino quali Carmelo Coletta, Rosario Gargano, Francesco Paolo Neglia, Giovanni Gioviale, Stefano Gentile, Pietro Antonio Tasca, Luigi Pucci, Giangreco Salvatore Falbo… Si ha testimonianza dell’esibizione di un’orchestra di numerosi mandolinisti diretta dal maestro Lo Verde De Angelis in occasione dell’Esposizione Universale di Palermo del 1891, al cospetto del re Umberto I e della regina Margherita di Savoia, in visita alla città. Infine esiste una tipologia organologica di mandolino detto “siciliano” a cori tripli! (tre corde anziché due per ciascuna nota, per un totale di 12 corde!), per non parlare della tradizione popolare che fa risuonare il mandolino nei salotti dei barbieri.
Insomma, mi sentii in dovere di approfondire le mie conoscenze musicali e mandolinistiche e di divulgare il repertorio originale per mandolino insieme a nuovi amici musicali autoctoni. Così cominciai a scrivere a tappeto a numerosissimi enti, associazioni, scuole di musica, musicisti, in modo tale da contribuire in prima linea con concerti e lezioni divulgative inerenti la storia del mandolino in Sicilia. Daniela fu la prima a cogliere il mio invito.
E dieci anni dopo, eccoci qui, a parlare del nostro primo disco.
Da quali presupposti nasce la vostra scelta musicale ?
Daniela: Come accennavo prima, la scelta musicale è stata una conseguenza naturale dell’esplorazione curiosa che ci ha accomunato sin dall’inizio della nostra amicizia e della conoscenza sapiente di Camilla del repertorio. Ho un’ immagine vivida del giorno in cui abbiamo cominciato a leggere senza tregua, tirando fuori dall’archivio di Camilla numerosissime pagine musicali… Questo repertorio è così ricco e ingiustamente inesplorato che si è rivelato essere fonte di ispirazione per la scelta dei brani del cd.
Camilla: Ho pensato fosse interessante affrontare il repertorio mandolniistico originale per mandolino e basso in modo autentico, essenziale e scarno, senza la realizzazione armonica del basso continuo (per altro non prevista dalle composizioni).
Perché la scelta degli Autori Riggieri, Hoffmann, Leone ?
Daniela: Camilla potrà rispondere meglio di me a questa domanda…io ho accettato le sue proposte con gioia! La sonata di Leone che abbiamo inserito è una delle mie preferite: un continuo dialogo tra i due strumenti con inaspettati frammenti di vivacità di gusto moderno, a volte quasi “rock”!
Camilla: Nel corso degli anni abbiamo studiato ed esplorato a fondo il repertorio per mandolino e basso composto prevalentemente da autori italiani che emigrarono al servizio dei reggenti dell’epoca nelle “capitali del mandolino” di metà Settecento, ossia Londra, Vienna e Parigi.
Il mandolino era uno strumento molto in voga e conosciuto a Parigi già nella prima metà del Settecento: i fratelli bresciani Giacomo e Giuseppe Bernardo Merchi e Domenico e Giuseppe Colla, virtuosi di mandolino, colascione e chitarra erano già attivi in città; Giovanni Cifolelli fece stampare a Parigi il proprio metodo per mandolino all’inizio degli anni Sessanta. Anche Giovanbattista Gervasio, Pietro Denis, Giovanni Fouchetti, Gabriele Leone e Antonio Riggieri vivevano a Parigi negli stessi anni.
Leone scrisse un metodo “pour passer du Violon à la Mandoline” nel 1768 dedicato al Duca di Chartres, di cui Leone era “Maître de Mandoline”. Riggieri compose prevalentemente Duo e Sonate; celeberrime sono per gli “addetti ai lavori” le dieci variazioni su “La Fustemberg” per mandolino solo (incluse nel disco).
Dovendo fare una selezione nel vastissimo repertorio per mandolino e basso, abbiamo voluto inserire nel progetto discografico non solo autori italiani che vissero a Parigi, ma anche un compositore poco eseguito quale Johann Hoffmann (italianizzato in Giovanni Hoffmann), la cui tipologia di scrittura, altamente idiomatica, lascia supporre fosse un grande virtuoso del mandolino nei circoli viennesi di inizio Ottocento.
E’ nota la ricerca filologica del nostro secolo nei confronti della musica del secolo XVIII.
Quali le problematiche che avete incontrato e quali le soluzioni da voi scelte?
E in queste scelte è determinante l’uso di strumenti costruiti da liutai più o meno noti?
Camilla: Nella parte mandolinistica si trovano alcune soluzioni (arpeggi, pennate, bicordi ed accordi) da cui si evince quali fossero le accordature, e dunque gli strumenti, per cui le sonate vennero pensate e poi scritte. Spesso si tratta del mandolino accordato per terze e quarte a corde doppie di budello detto “milanese”.
Abbiamo tuttavia scelto di utilizzare strumenti moderni, cercando però di avere un approccio musicale più aderente e filologico possibile alla prassi esecutiva: allo stile dell’esecuzione, alla ricerca timbrica, al fraseggio. Al momento della registrazione del disco, Daniela non suonava ancora sul suo violoncello parigino di metà Settecento, ma su un meraviglioso strumento di Jean Werro di Berna, del 1900 circa, dunque ho preferito evitare l’utilizzo dei miei strumenti antichi.
Daniela: Problematico poteva essere proporre una formazione senza “effetti speciali” due strumenti distanti per caratteristiche sonore ed espressive, l’essenzialità, la semplicità…Il problema in questo caso diventa il nostro punto di forza: la bellezza del dialogo, la ricerca delle giuste sonorità ed equilibri, il rigore dello studio teso a raggiungere un risultato puro ma vivo rispetto a quello che gli autori ci tramandano nei manoscritti. In un contesto di musica colta, filologicamente corretta, un problema poteva essere l’aver affrontato il repertorio con strumenti moderni; personalmente non ritengo vincolante per ridar vita a questa musica l’uso di strumenti d’epoca… mi perdonino i “dotti”, ma personalmente penso che la musica passi attraverso il cuore di chi esegue ancor prima che dallo strumento che si usa. Detto ciò, oggi abbiamo la fortuna di usare un violoncello “Lambert” della scuola di liuteria parigina del Settecento che aggiunge toni antichi e risuona ricco di storia.
Qual è generalmente la reazione del pubblico a musiche così raramente eseguite e così apparentemente lontane dalla nostra attuale sensibilità musicale ?
Daniela: Chi ci ha ascoltato in concerto o nel disco reagisce sempre sorprendentemente, in senso positivo; abbiamo ricevuto tanti messaggi di spontaneo apprezzamento e di condivisione della gioia che proviamo Camilla e io nel suonare. Il dubbio di proporre un repertorio lontano dai gusti del pubblico di oggi ha fatto parte del percorso di creazione del disco e della scelta del repertorio, ma le reazioni anche di un pubblico non sempre “colto”, di musicisti e non, ha confermato l’intuizione che la bellezza di questa musica potesse arrivare con semplicità e purezza all’uomo che oggi ascolta.
Camilla: Solitamente gli ascoltatori sono molto entusiasti, escono dai concerti estasiati ed incuriositi verso uno strumento (il mandolino) che spesso ahimè viene associato soltanto ad un repertorio più popolare, tradizionale, folcloristico. Ad ogni concerto cerchiamo di offrire informazioni inerenti l’utilizzo del mio strumento nei diversi contesti geografici e storico-culturali, in modo da accorciare la distanza fra noi esecutrici ed il pubblico fruitore della nostra performance. La risposta del pubblico, così caloroso, scalpitante ed entusiasta, è davvero sempre incoraggiante per noi e ci invita a non desistere nella nostra missione!
di Giovanni Pirri
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Il Duo “Le Gentil Dame” nasce grazie al fortunato incontro a Palermo di due musiciste nel 2006, nato dall’intento di studiare la musica da camera scritta specificatamente per mandolino e violoncello da compositori europei del 18esimo secolo (Leone, Gervasio, Boni, Riggieri, Hoffmann, Denis e tanti altri)
Il Duo ha esordito con un tour che ha girato tutta l’Italia toccando le più importanti Istituzioni.
CAMILLA FINARDI. Classe 1986, laurea in Musicologia con una tesi sul mandolino presso la Società Filodrammatica di Cremona, diploma tradizionale in Mandolino con il massimo dei voti presso il Conservatorio “G.Verdi” di Milano, biennio di secondo livello in Mandolino con 110/110 lode e menzione d’onore, selezionata più volte per il Premio delle Arti, Premio Forziati 2013 come migliore allieva di tutto il Conservatorio di Milano.
È docente di Mandolino presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano accanto al Maestro Ugo Orlandi, presso il Liceo Musicale “Veronica Gambara” di Brescia, dove svolge anche un corso in orchestra a plettro, e presso il Liceo Musicale “Camillo Golgi” di Breno.
Mandolinista per la Fondazione Arena di Verona, per il Teatro Verdi di Trieste, per il Teatro Regio di Parma, per la Seoul Philharmonic Orchestra diretta da M.W. Chung, per i Solisti Veneti diretti da C. Scimone (con cui ha inciso il disco “On the Wings Of Love” per Fabula Classica), per la Cappella Musicale San Giacomo di Bologna (con cui ha inciso “Il Seicento italiano alla spagnuola” per Tactus), per il Teatro Comunale di Bologna, per il Teatro Sociale di Mantova, per l’orchestra francese Alès Synfonia, per la Mandolinata Ateniese Nikolas Lavdas.
Collabora con l’Associazione Musicale “Il Vagabondo” di Trento e la “Piccola Orchestra Lumière”, orchestra stabile della Società Filarmonica di Trento, con cui esegue composizioni contemporanee del compositore Nicola Segatta e con cui ha partecipato al progetto Ice Music sul ghiacciaio Presena.
Suona regolarmente in concerto strumenti a 6 e 12 corde di budello (mandolino lombardo e milanese), strumenti a 4 corde di budello singole (mandolino cremonese o bresciano) ed il liuto cantabile (10 corde doppie).
Al Concorso Internazionale “Giacomo Sartori” per strumenti a plettro di Ala di Trento ha vinto: il Primo Premio nella categoria Duo (2015) e nella categoria Quartetto (2001); il terzo premio nella categoria Quartetto (2003); il terzo premio in qualità di direttore d’orchestra a plettro (2015). Ha ottenuto il terzo premio nella categoria Duo al Concorso internazionale chitarristico della Società dei Concerti di Parma-Festival Paganini (2016).
Dal 2000 è membro stabile e solista al mandolino, mandola e liuto cantabile dell’Orchestra di Mandolini e Chitarre “Città di Brescia” diretta da Claudio Mandonico, con cui si è esibita in Italia, in Europa e negli Stati Uniti e con la quale ha inciso molti dischi con parti da solista per importanti etichette discografiche. Nei concerti con l’Orchestra, Finardi esegue spesso brani per liuto cantabile solista.
È attiva in varie formazioni da camera (duo con chitarra/pianoforte/violino/fisarmonica/violoncello/due mandolini, trio, quartetto classico e romantico, formazioni con strumenti antichi); fra queste, il Duo Miniature con il chitarrista Gabriele Zanetti, con cui propone brani dedicati da autori bresciani contemporanei appositamente al Duo. La rivista Amadeus ha pubblicato a Giugno 2016 l’ultimo CD del Duo intitolato “Souvenir” contenente anche brani incisi da Finardi per liuto cantabile solo. Con la violoncellista Daniela Santamaura ha inciso un disco “Divertimenti per camera” con musiche originali per mandolino e violoncello del XVIII secolo (fra cui la prima registrazione completa assoluta delle tre sonate di Giovanni Hoffmann e brani molto virtuosistici a mandolino solo incisi da Finardi), CD pubblicato dall’editore giapponese di Osaka Da Vinci Classics (Giugno 2017).
Direttore artistico del Festival mandolinistico “Bartolomeo Bortolazzi” di Toscolano Maderno nelle edizioni 2015 e 2016. Docente di masterclasses in orchestra a plettro (ogni anno nelle Cevennes-Francia; a Toscolano Maderno nel 2014 e 2015; a Berceto nel 2016).
Oltre al repertorio classico, ha all’attivo progetti di musica e canto popolare con il Gruppo Padano di Piadena ed Il Concertino; con il Quartetto Zenzero (invitato numerose volte presso l’ambasciata brasiliana in Slovenia); con il quintetto Babel (musiche dal Mediterraneo).
Viene spesso intervistata da emittenti televisivi nazionali riguardo la storia del mandolino, del suo repertorio e del canto popolare.
Ha frequentato il corso di aggiornamento professionale in Psicologia della musica presso l’Università degli Studi di Siena, conseguendone l’attestato con esito ottimo (2008).
Collabora con vari gruppi mandolinistici: l’Estudiantina Ensemble Bergamo, l’Orchestra a Plettro di Breganze, i Mandolinisti Bustesi, l’Orchestra a plettro “Gino Neri” di Ferrara, i Mandolinisti del Cambonino di Cremona.
Si è occupata di propedeutica musicale nei progetti della Scuola di Musica Goitre di Castellucchio, dell’Associazione ProPolis di Bergamo, dell’Associazione Scricciolo di San Giovanni in Croce (CR), insegnando ad allievi della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. Ha insegnato per diversi anni presso la Scuola di Musica del Comune di Piadena, per l’Estudiantina Ensemble Bergamo.
Ha insegnato mandolino presso il Centro Musicale SIEM di Palermo e presso l’Istituto Comprensivo di Galati Mamertino (ME).
Ha insegnato mandolino per due anni al Liceo Musicale “Paolina Secco Suardo” di Bergamo.
Attualmente, oltre all’insegnamento al Liceo Musicale ed in Conservatorio, è docente di mandolino e chitarra presso la Società Estudiantina di Casalmaggiore, di mandolino presso il Teatro Filodrammatici di Cremona, l’Associazione Musical-Mente di Brescia con sede presso l’Istituto Santa Maria di Nazareth di Brescia e la Scuola di musica popolare della Banda cittadina di Brescia e dell’Orchestra di Mandolini e Chitarre “Città di Brescia”.
DANIELA SANTAMAURA. Diploma di violoncello col massimo dei voti presso il Conservatorio di Parigi sotto la guida di Macha Yanouchevskaya, diploma di II livello in musica da camera ottenuto al Conservatorio di Palermo. Frequenta un master di musica da camera al Conservatorio di Palermo sotto la guida di Bruno Canino. Primo violoncello a Taormina accompagnando la soprano Montserrat Caballé, ha collaborato con la Fondazione del Teatro Massimo di Palermo, l’orchestra filarmonica del Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo, il violoncellista Giovanni Sollima, il fisarmonicista Ruggiero Mascellino, la cantante Etta Scollo, il compositore Marco Betta. Ha fondato il Quartetto Ottava Nota con cui ha inciso diversi dischi per rinomate case discografiche. Attualmente insegna violoncello in svariate scuole ed associazioni musicali in Sicilia.