Molti di noi, prima dell’arrivo della pandemia sapevano che c’erano aperitivi, un futuro aperto e gli “Afterhours”. Da quel marzo del 2020 in poi tutto è cambiato. Come se fosse stata tracciata una linea di demarcazione netta tra ieri e oggi. Una linea che è diventata, il “viale dei ricordi” di chi ha saputo trascriverli …. magari mentre era impegnato a fare altro… a vivere
Abbiamo condiviso questa riflessione con Ben Cavendish artista del tempo
Che momento è stato l’istante esatto in cui hai cominciato a tracciare la tua nuova “via”?
Grazie per le belle e profonde parole, credo tu abbia centrato appieno la sensazione che ho provato all’inizio della Pandemia. Per me, infatti, è stato proprio quello il momento in cui ho sentito la necessità di tirare fuori una serie di emozioni e stimoli che tenevo dentro da molto tempo. Ho scritto tantissimo in quel periodo, e il risultato è stato un EP.
Quali esperienze ti sei dovuto lasciare alle spalle, tuo malgrado? E quanto questa forzatura è stata determinante per iniziare un nuovo viaggio?
Ho avuto molte esperienze all’interno di band e di realtà emergenti, ognuna delle quali è stata in grado di insegnarmi tanto; alcune si sono risolte in maniera spiacevole, ma di sicuro sono tutte state formative, a loro modo. A un certo punto ho iniziato a frequentare ‘le persone giuste’, che avevano gli stessi miei stimoli e la stessa voglia di spaccare; quello è stato l’inizio del mio viaggio.
Memory Lane fa parte dell’ep “Solito sabato sera” che ruota attorno al concetto del tempo che passa nel corso di una giornata. Quanto può essere lunga? O breve? Che rapporto hai con il tempo?
Una giornata può durare un’eternità o passare in pochi minuti; tutto dipende da come la vivi, con quale stato d’animo, quali pensieri. Con il mio EP voglio tenere compagnia all’ascoltatore, a prescindere da quale sia il mood in cui sta vivendo la giornata. Io sono sempre stata una persona molto riflessiva ed introversa; perciò, per me le giornate durano sempre molto.
E che momento è quello del ricordo nel corso di una giornata visto che c’è il tempo della “Colazione” come quello della perdita di tempo?
Credo si possa collocare in qualunque momento in cui si sta fermi. Per me stare fermo significa abbandonarsi ai ricordi, riflettere su quello che uno passa e sugli sbagli fatti.. insomma, tutto questo. A differenza dalla perdita di tempo, che è un modo per non pensare, quello del ricordo è scatenato proprio dal ‘pensare troppo’.
In “2DNTT” racchiudi la voglia di fuggire senza però averne la possibilità. Come fuggi se o quando puoi fuggire e dove vai o dove vorresti andare?
Un modo universale per fuggire è la fantasia. Il mio obiettivo è sempre quello di muovermi, per scappare dai pensieri. Uno dei miei posti preferiti è una cittadina in Abruzzo, luogo natale dei miei nonni; molto spesso, quando voglio fuggire, vado lì. Dove vorrei andare? Per un po’ mi piacerebbe andar via da Roma, cambiare aria, respirarne di nuova.
A questo punto ti chiedo che momenti sono anche quello dell’asfalto del sollievo e della buonanotte?
‘Asfalto’ porta con sé i rimpianti e le occasioni perse, viste però in un’ottica ottimista; il momento a cui si collega è quando cammini per strada con le cuffie nelle orecchie; ‘Sollievo’ descrive la mia (nostra, essendo una collaborazione con ASHES) vita senza troppi pensieri, con la sola voglia di cercare sollievo. La cornice è una Roma notturna. Infine, come lascia intendere il titolo, ‘buonanotte’ è il momento che precede il sonno. I sogni non hanno bisogno di parole, e questo brano rappresenta un po’ questo concetto.
Le nostre ultime battute riguardano il tuo nome artistico. Amante del ciclismo o della chimica?
Grazie per le citazioni, devo dire che ho scelto il mio nome prima di conoscere il ciclista, però fa molto piacere sapere di condividere un nome (anche se è d’arte) con un campione. Tornando a noi, ‘Ben’ è il nome che mio padre voleva darmi prima che nascessi. Mi piaceva molto l’abbreviazione, quindi ho deciso di tenerlo. ‘Cavendish’ è un cognome comune nella cultura britannica; l’ho sentito un giorno in una serie tv che stavo guardando e il collegamento tra i due nomi è stato abbastanza immediato. In più, suonava molto bene nella mia testa!
Eugenio Grilli e Ben Cavendish …vite separate o interconnesse. Cosa o chi le divide o le unisce?
L’unica linea che unisce queste figure è la musica; Ben Cavendish è la rappresentazione di tutto ciò che mi rappresenta artisticamente: il mio personaggio, le mie idee, il modo in cui vesto e comporto all’interno del contesto musicale. Eugenio è tutto ciò che ero prima: la conoscenza della musica, la disciplina e ciò che mi tiene “con i piedi per terra”.
Grazie.
Grazie a te!
di Giovanni Pirri