Dopo mesi di attesa per ricevere definitiva chiarezza attorno alla possibilità di poter effettuare i rimborsi dei titoli di acquisto non utilizzati a causa dell’emergenza Covid-19, finalmente abbiamo ottenuto la conferma che il nostro Teatro possa procedere a ristorare monetariamente l’acquirente, senza essere obbligati a emettere i voucher della durata di 18 mesi.
MASSIMO ROMEO PIPARO ha, infatti, precisato che il Teatro Sistina non sarebbe stato nella possibilità di compiere autonomamente l’operazione senza l’approvazione da parte della Siae, che a sua volta risponde a indicazioni precise dell’Agenzia delle Entrate, essendo il biglietto di acquisto un titolo fiscale a tutti gli effetti.
Dopo ripetuti inviti a dipanare questa matassa si è finalmente giunti alla conclusione che il Teatro Sistina da lunedì 8 Giugno avvierà le pratiche di rimborso degli oltre 15.000 biglietti venduti e rimasti non goduti degli spettacoli interrotti per Covid-19: The Full Monty, Con Tutto il Cuore/Vincenzo Salemme, Rugantino.
Il rimborso dei biglietti acquistati presso il botteghino del Teatro Sistina verrà effettuato per l’intero prezzo del biglietto incluso il diritto di prevendita, come riportato sul biglietto stesso.
Il Teatro Sistina si farà carico di risarcire la cosiddetta quota di “aggio” trattenuta dal sistema di vendita Ticketone.it (fornitore del servizio) per far sì che allo spettatore il rimborso giunga per intero.
Per chi invece avesse scelto di acquistare i biglietti direttamente sul sito Ticketone.it, il rimborso seguirà la stessa procedura di quelli acquistati presso il botteghino del Teatro, con la differenza che potranno essere trattenuti da Ticketone.it tutti i servizi accessori, come ad esempio “stampa a casa”, le “Commissioni di servizio”, le eventuali “polizza biglietto sicuro”, l’eventuale “confezione regalo”, e altri servizi che lo spettatore possa aver acquistato direttamente online e non presso il botteghino del Teatro Sistina.
“Abbiamo preferito agire in controtendenza rispetto a quanto espresso nelle condizioni di vendita che lasciano la facoltà al gestore di trattenere il diritto di prevendita in caso di rimborso per annullamento. Non riteniamo affatto corretto far pesare sullo spettatore i costi di un evento così imprevedibile e ingestibile come una pandemia. Nonostante ci venga trattenuta dai sistemi di biglietteria una percentuale di quel diritto di prevendita sotto forma di commissione, abbiamo pensato fosse onesto rimettercela di tasca nostra affinché lo
spettatore ricevesse un gesto importante da parte del Teatro. Ticketone.it è uno dei concessionari di servizi di vendita del Teatro e agisce seguendo proprie regole di mercato espresse chiaramente nelle condizioni generali di vendita che vengono rese note all’atto dell’acquisto, e pertanto opera le scelte che più ritiene opportune nell’ambito di ciò che gli è consentito dal contratto di acquisto.
La mia visione vuole invece guardare al futuro e, nella speranza che si possa presto tornare ad applaudire gli spettacoli che gli spettatori avevano scelto, sono certo che la nostra decisione rafforzerà il rapporto di fiducia reciproca che da anni lega il Teatro Sistina al proprio pubblico.” [MASSIMO ROMEO PIPARO]
Massimo Romeo Piparo è anche l’ideatore e promotore dell’associazione ATIP nata per unire le forze insieme ad altri 14 importanti Teatri italiani: da soli sviluppano in una stagione circa 2500 giornate di spettacolo dal vivo per un totale di oltre 2 milioni di biglietti venduti, per un volume di circa 50 milioni di euro in appena 14 sale. Tra le varie istanze, l’Atip auspica al più presto di essere coinvolta a pieno titolo nelle sedi istituzionali in cui si sta decidendo il presente e il futuro delle Imprese Private dello Spettacolo dal vivo.
A quasi tre mesi dall’esplosione della grande pandemia Covid-19, il settore Privato dello Spettacolo dal vivo denuncia in maniera decisa il proprio stato di crisi.
L’emergenza sanitaria si è ben presto trasformata – o peggio – integrata con una altrettanto grave emergenza economica.
Nonostante il grande sforzo compiuto dal Governo e dalle Istituzioni scientifiche e sanitarie per mettere a punto un piano che ottemperasse alle concrete esigenze e bisogni delle Imprese di Cultura e Spettacolo dal vivo, riceviamo un protocollo di cosiddetta “riapertura” che risulta a dir poco inconsistente e totalmente scollato dalla realtà operativa del settore.
I grandi Teatri Privati italiani hanno quindi sentito l’esigenza di costituirsi nell’ATIP, Associazione Teatri Italiani Privati, che vede come nucleo fondatore (in ordine alfabetico) 14 grandi Teatri Privati sparsi lungo tutta la Penisola, che da soli sviluppano in una stagione circa 2500 giornate di spettacolo dal vivo per un totale di oltre 2 milioni di biglietti venduti, per un volume di circa 50 milioni di euro in appena 14 sale:
- Ambra Jovinelli Roma
- Augusteo Napoli
- Celebrazioni Bologna
- Colosseo Torino
- Geox Padova
- EuropAuditorium Bologna
- Lyrick Assisi
- Metropolitan Catania
- Morato Brescia
- Politeama Genova
- Quirino Roma
- Sistina Roma
- Teatroteam Bari
- Verdi Firenze
Serve una presa d’atto da parte delle Istituzioni sul fatto che il comparto dello Spettacolo dal vivo dovrà restare forzatamente inattivo almeno fino al pieno ritorno alla normalità.
Fino a quel momento sarà impossibile per i Teatri Privati sopravvivere con le proprie risorse senza l’apporto di proventi derivanti dalla vendita di biglietti o da contributi statali a fondo perduto (in proporzione alla media dell’ultimo triennio dei rispettivi fatturati).
A tal proposito ATIP chiede di conoscere nel dettaglio i criteri di divisione del Fondo Emergenze Spettacolo e Cinema istituito dal decreto Cura Italia ed incrementato dal Decreto Rilancio, tra Istituzioni Pubbliche e Imprese Private.
Nello specifico si chiede di conoscere la percentuale che verrà destinata agli Enti Lirico-Sinfonici, ai Teatri Pubblici, al settore Cinema e audiovisivo, rispetto a quella rivolta Teatri privati.
Il Teatro Privato non può assistere inerme al proprio collasso economico vedendosi per giunta sopraffare da una “concorrenza” degli Enti pubblici che, forti del sostegno del denaro pubblico, annunciano la propria riapertura addirittura già dal prossimo 15 Giugno in spregio alle insostenibili limitazioni sanitarie imposte al nostro settore.
ATIP sottolinea che l’eventuale chiusura delle Imprese di spettacolo private avrà come conseguenza immediata il licenziamento di migliaia e migliaia di lavoratori del comparto e dell’indotto. Senza una presa d’atto che per i Teatri Privati si debba già pensare alla fasi 3 e 4, assisteremo alla inevitabile chiusura di molte Imprese del settore.
Occorre prolungare alcuni strumenti già messi in atto per assorbire l’impatto della Fase 1 e cioè Cassa Integrazione in deroga/ Fondo incremento salariale almeno fino alla fine delle restrizioni imposte dall’attuale decreto, credito d’imposta sugli affitti fino a Dicembre 2020, abolizione dell’IMU per i mesi in cui non si è svolta attività di spettacolo.
Come già fatto per settori come l’automotive e le biciclette, ATIP chiede che venga esteso l’Art Bonus al Teatro Privato e consentita la defiscalizzazione totale dei biglietti acquistati per la cultura e l’intrattenimento dal vivo per tutto il 2021.
Inoltre è giunto il momento di sanare una grave lacuna del settore teatrale rispetto a settori affini dello Spettacolo e della Cultura: ora più che mai serve l’estensione del Tax credit esterno ed interno anche allo Spettacolo dal Vivo e ai Teatri Privati come già fatto per Cinema e Audiovisivo.
ATIP e i suoi iscritti restano a totale disposizione delle Istituzioni e auspicano al più presto di essere coinvolti a pieno titolo nelle sedi in cui si sta decidendo il presente e il futuro delle Imprese Private dello Spettacolo dal vivo.