La vocalist e compositrice jazz lucana Claudia Cantisani è reduce dal quasi sold-out (per il secondo anno consecutivo) al Blue Note Milano.
Ad affiancarla in alcuni momenti dello show la Iena Andrea Agresti, che ha inciso con l’artista il singolo Fredaster (La Stanza Nascosta Records).
“L’idea era quella di presentare “Fredaster” a Sanremo, ma il provino (con la voce maschile di Felice Del Vecchio, N.d.R.) é stato scartato. Ho deciso ugualmente di partecipare al progetto di pubblicazione – racconta Andrea Agresti – mi piaceva l’idea di prestare la voce ad un pezzo brioso, leggero. In un’ora e mezzo di studio abbiamo registrato diverse tracce; ho cercato di differenziare il registro interpretativo, per consentire un margine di scelta più ampio. Della selezione si sono occupati Claudia e Felice; è stato tutto molto semplice e rilassato, divertente.”
“E’ stata una festa – ci dice Claudia Cantisani – come ogni volta che si fa musica. Sempre! E’ stata una festa passare una giornata in studio a registrare con un numero spudorato di musicisti. E’ festa incrociare la voce e la personalità di Andrea Agresti. Fa festa la banda di paese che ho voluto evocare nello strumentale che chiude questo mio giocoso, brillante, spensierato “Fredaster”; “Fredaster” convoglia sonorità e ritmiche swing in una rilucente confezione pop dagli echi caputiani, capace di coniugare testualità amabilmente forbita e immediatezza catchy”.
https://www.youtube.com/watch?v=BgivguLZFyU
Cantisani e Agresti danno vita ad un interplay vocale riuscitissimo, mettendo un invidiabile physique du rôle interpretativo al servizio di un brano scintillante, in bilico tra gusto surreale e semiseri cambi di rotta esistenziali. (E di lì la decisione di cambiare direzione/ cambio strada/ cambio passo e cambio pure itinerario/una bionda platinata con un culo planetario/boicotta il mio cammino e mi fissa il berrettino.)
Gli arrangiamenti, firmati da Felice Del Vecchio, coautore del pezzo insieme a Claudia Cantisani, vestono con raffinatezza un divertissement sonoro e linguistico, che sembra trovare il suo alter ego filmico nell’ironica levità e intelligenza delle commedie newyorchesi di Allen.